Nefrite tubulo-interstiziale infettiva cronica
Dal punto di vista clinico quando si sviluppa una patologia renale cronica come la nefrite tubulo-interstiziale infettiva cronica si vengono ad evidenziare delle importanti alterazioni localizzate o generalizzate nell’area tubulo-interstiziale a cui si associano anche lesioni glomerulari o vascolari. Si tratta di una problematica da ascrivere ad un’infezione piogena cronica con focus infettivi che tendono a coinvolgere entrambi i reni, il decorso della patologia determina atrofia e deformità caliceale con processo di cicatrizzazione del parenchima sovrastante, in alcuni casi il paziente può venir colpito da insufficienza renale terminale, una condizione alquanto severa che richiede il ricorso a dialisi oppure a trapianto. La nefrite tubulo-interstiziale infettiva cronica è una malattia non molto comune, che tende comunque a colpire selettivamente alcune categorie di pazienti, di fatto la patologia sorge in soggetti che presentano anomalie anatomiche quali: uropatia ostruttiva, calcoli di struvite, RVU ovvero un difetto congenito dovuto ad un deficit della valvola uretero-vescicale che spesso presenta un corto segmento intramurale. In alcuni casi la nefrite tubulo-intestiziale cronica può essere scatenata da diversi fattori eziologici quali: malattie metaboliche, disordini ereditari, tossine.
Le possibili variazioni delle manifestazioni
Il quadro dei sintomi può presentare delle variazioni che si vengono ad evidenziare in base al tipo di nefropatia tubulo-interstiziale cronica presentata dal soggetto, anche se generalmente le manifestazioni più comuni sono rappresentate da: edema, proteinuria, ematuria, segni di disfunzione tubulare. Dal punto di vista istologico i glomeruli possono presentare delle variazioni passando da una situazione di normalità fino alla distruzione completa, talvolta i tubuli possono essere assenti oppure subire atrofizzazione; invece i lumi tubulari possono presentare delle modifiche di diametro, ma possono anche evidenziare una significativa dilatazione con formazione di cilindri omogenei; per quanto riguarda l’aspetto dell’interstizio esso generalmente contiene gradi variabili di cellule infiammatorie e fibrosi mentre le aree non cicatrizzate appaiono quasi normali.